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Economia di mercato senza capitalismo

 

Un panorama sui concetti fondamentali, l’origine storica dell’idea e lo stadio di sviluppo attuale, sulle organizzazioni e sulla letteratura specializzata

 

Werner Onken   -   Traduzione dal tedesco a cura della Dott.ssa Cristina Melloni

 

 

 

Il denaro: da dominatore del mercato…

 

    Nel 1891 il commerciante tedesco-argentino Silvio Gesell ( nato nel 1862 a St. Vith bei Eupen/Malmedy e morto nel 1930 nell’insediamento abitativo consorziato alla riforma agraria Eden-Oranienburg) pubblicò a Buenos Aires il suo primo opuscolo “La riforma del sistema monetario come ponte verso lo stato sociale”.  Esso fu la base di un opera piu’ ampia sull’indagine delle cause della questione sociale e sulle strade per risolverla.  Le esperienze pratiche, che Gesell aveva raccolto durante una crisi economica nell’Argentina di allora, lo condussero ad una visione che contraddiceva il marxismo: lo sfruttamento del lavoro umano avrebbe le sue radici non nella proprietà privata dei mezzi di produzione, bensì in errori strutturali del sistema monetario.  Come già l’antico filosofo Aristotele, egli riconobbe il doppio ruolo contraddittorio del denaro, come mezzo di scambio al servizio del mercato e come strumento di potere che contemporaneamente domina il mercato.

    Per Gesell la questione principale è la seguente: come si può superare la caratteristica del denaro come strumento di potere che pratica l’usura, senza al contempo eliminarlo come neutro mezzo di scambio? Egli riconduceva a due cause il potere del denaro sul mercato: anzitutto il denaro tradizionale come mezzo di domanda è,  diversamente dalla forza lavoro umana o dai beni e servizi, tesaurizzabile da parte dell’offerta dell’economia – senza danni rilevanti per il proprietario può essere temporaneamente tolto dal mercato per ragioni speculative. In secondo luogo il denaro ha il vantaggio di essere molto piu’ mobile delle merci e delle prestazioni di servizi; come il jolly nel gioco delle carte lo si può utilizzare in ogni luogo e in ogni momento. Entrambe queste caratteristiche danno al denaro –soprattutto ai possessori di grandi cifre- un particolare privilegio: essi possono interrompere il circolo di acquisti e vendite, risparmi e investimenti, oppure esigere da produttori e consumatori  un interesse come particolare premio per il fatto che rinunciano all’immobilizzazione speculativa del denaro in banche o in investimenti finanziari improvvisi e continuano a immettere denaro nel circolo economico reale.

    Il potere strutturale del denaro non risiede solamente sulla sua effettiva tesaurizzazione, perché basta già la possibilità di interruzione della circolazione per legare il metabolismo economico nell’organismo sociale alla condizione che il denaro in primo luogo venga remunerato con un interesse. La redditività riceve la precedenza sulla economicità, la produzione viene orientata piu’ verso gli interessi del denaro che le esienze delle persone. Tassi d’interesse stabilmente positivi disturbano l’alternanza di guadagni e perdite necessaria ad una autoregolazione decentralizzata del mercato. Secondo Gesell essi conducono ad una malattia dell’organismo sociale con una sintomatica molto complessa: il denaro legato ad interessi e perciò non neutro provoca una ripartizione del reddito ingiusta e non collegata alla capacità produttiva, che a sua volta conduce ad una concentrazione di capitale monetario e reale, e con ciò ad una monopolizzazione dell’economia. Dato che i possessori di denaro sono padroni della mobilità o immobilità del denaro, il denaro non può circolare ‘da solo’ attraverso l’organismo sociale, così come il sangue nel corpo umano. Perciò un controllo sociale della circolazione del denaro e una giusta dosatura del denaro non sono possibili; le variazioni deflazionistiche e inflazionistiche del livello generale dei prezzi sono inevitabili. E se grandi somme di denaro vengono immobilizzate nel saliscendi delle congiunture a causa di un temporaneo livello di interesse in discesa finchè non migliora il panorama degli investimenti redditizi, ne conseguono ristagno delle vendite e disoccupazione.

 

… a servitore neutro del mercato

 

    Come strada per togliere il potere al denaro, Gesell non pensò ad un ritorno al divieto canonico di interesse della scolastica medievale  o addirittura all’eliminazione dei cosiddetti ‘usurai ebrei’. Piuttosto immaginò un cambiamento istituzionale della moneta, in modo che tenere in cassa il denaro sia collegato a dei costi, che neutralizzerebbero i vantaggi della tesaurizzazione e liquidità. Non appena viene applicata al denaro una tassa per tenerlo in cassa – paragonabile  al plateatico per vagoni merci  nel sistema dei trasporti-, perde il suo potere sul mercato per riempire allora solo la sua funzione servente come mezzo di scambio. Non appena la sua circolazione non viene piu’ disturbata da manovre speculative, diventa possibile adeguare la quantità del denaro in circolazione continuamente al volume dei beni, così che il potere d’acquisto della valuta diventa nel tempo stabile, esattamente come la sua quantità e il suo peso.

    Nei suoi primi scritti Gesell parlò espressamente di “banconote che si arrugginiscono” come mezzo per una “organica riforma del denaro”. Attraverso di essa il denaro, che fino ad allora era un ”corpo morto estraneo” sia nell’organismo sociale che nell’intera natura, verrebbe integrato nell’eterno morire e divenire di ogni vita; diventerebbe ugualmente deperibile e perderebbe la sua caratteristica di moltiplicarsi all’infinito attraverso l’interesse e l’interesse dell’interesse. Una tale riforma del denaro sarebbe una completa terapia di regolazione, che scioglie i blocchi nel flusso del denaro e da all’organismo sociale malato un aiuto per una progressiva autoguarigione dai diversi sintomi di crisi congiunturale e strutturale, così che egli possa stabilizzarsi nel suo equilibrio e inserirsi nell’armonico ordine generale.

    Nella sua opera principale pubblicata nel 1916 a Berlino e Berna “L’ordine economico naturale attraverso un paese libero e un denaro libero”, Gesell spiegò esaurientemente come in una circolazione del denaro libera da disturbi l’offerta e la domanda di capitale si equilibrano, così che il livello degli interessi può scendere sotto la sua attuale soglia minima di un reale tre percento. L’”interesse premevo”, il tributo del lavoratore al potere del denaro, sparisce dall’interesse, che ora consiste solo nel premio di rischio e nella tassa per l’intermediazione bancaria. Le variazioni dei tassi d’interesse del mercato attorno a questo nuovo interesse in equilibrio procurano una direzione decentralizzata dei risparmi in investimenti adeguati al fabbisogno. Si annullano però a vicenda. Il “denaro libero”, in quanto moneta liberata dall’”interesse primevo”, diventa neutro nella distribuzione  e non può nemmeno piu’ esercitare un influenza che va contro gli interessi dei richiedenti ed offerenti nel modo e nell’estensione della produzione. Il pieno profitto del lavoro metterebbe, secondo le aspettative di Gesell, vasti strati di popolazione in condizione di cessare rapporti occupazionali come lavoratori dipendenti e di rendersi autonomi in forme di impresa privata e cooperativistica.

 

Il terreno: fondamento di vita fiduciario invece che merce

commerciale e oggetto di speculazione

 

    Attorno alla fine del diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo Gesell ampliò il suo concetto di riforma del denaro con l’esigenza di una riforma del diritto fondiario.  Lo stimolo in questa direzione lo ricevette dalla lettura delle opere del riformatore agrario nordamericano Henry Gorge (1839-1897), il cui pensiero venne diffuso in Germania da Michael Fluerscheim ( 1844-1912) e da Adolf Damaschke (1865-1935).

    Al contrario dell’aspirazione di Damaschke di tassare, continuando ad esistere la proprietà terriera,  unicamente l’incremento di valore a favore della collettività,  Gesell seguì la proposta di Fluerscheim di trasferire il terreno nelle mani dello stato contro un indennizzo dei proprietari fino ad allora privati e di darlo in affitto per un utilizzo privato al maggior offerente. Finchè il terreno sarebbe rimasto una merce privata e un oggetto di speculazione, verrebbe disturbato il collegamento organico degli uomini con la terra. Diversamente dalle ideologie nazionalistiche, non si trattava per Gesell di un collegamento di sangue e territorio.

    In quanto cittadino del mondo, egli considerava l’intera terra come un organo di ogni singolo uomo. Ogni essere umano dovrebbe potersi spostare liberamente sulla terra e risiedere dappertutto indipendentemente dalla sua origine, dal suo colore di pelle e dalla sua religione. Similmente come le superfici di terreno, anche le ricchezze del sottosuolo dovrebbero diventare proprietà comunitaria. Una istituzione internazionale preposta alla loro gestione dovrebbe amministrare le ricchezze del sottosuolo come proprietà dell’umanità ed esercitare dei diritti dietro pagamento per il loro utilizzo.

 

Equiparazione economica di donne e uomini

 

    Inizialmente  Gesell, come altri riformatori terrieri, pensava che lo stato attraverso gli introiti provenienti dall’affitto del terreno sarebbe stato messo nella condizione di finanziare i propri incarichi, senza per questo aumentare ancora altre tasse (Single- Tax). E però la domanda a chi spettino veramente gli introiti degli affitti secondo un principio di causalità, lo condusse alla riflessione che l’ammontare degli introiti dipenda dalla densità della popolazione, in ultima analisi dunque dalla disponibilità delle donne a mettere al  mondo ed allevare bambini. Perciò Gesell voleva pagare in mensilità alle madri gli introiti degli affitti, come compenso per le prestazioni di educazione  proporzionalmente al numero di figli minorenni –anche a madri di figli illegittimi e alle straniere che vivano in Germania. Tutte le madri dovrebbero essere liberate dalla dipendenza economica dai padri lavoratori. Il rapporto tra i sessi dovrebbe fondarsi in questo modo sulla base di un amore libero da influenze di potere. In una conferenza “L’ascesa dell’Occidente”, Gesell dava voce alla sua speranza che l’umanità resa malata fisicamente, spiritualmente e intellettualmente dal capitalismo potesse progressivamente risanare in un ordine di concorrenza naturale, libero da privilegi e monopoli, e potesse ascendere ad una nuova fioritura culturale.

 

Altri precursori di un’economia di mercato senza capitalismo

 

    La teoria “Paese libero-denaro libero” era una reazione sia al principio del “Laissez faire” del liberalismo classico, che anche alle idee di economia pianificata del Marxismo. Essa non è una terza via tra capitalismo e comunismo nel senso della futura teoria della “convergenza” o della così chiamata “mixed economies”, cioè di un’economia di mercato capitalistica totalmente direzionata dallo stato, bensì un’alternativa al di là dei sistemi economici fino ad allora attuati. Dal punto di vista dell’ordine politico si caratterizza come un’”economia di mercato senza capitalismo”.  Con ciò Gesell ha ampliato le riflessioni del riformatore sociale francese Pierre Joseph Proudhon (1809 - 1865), che già alla metà del diciannovesimo secolo aveva reso responsabili l’acquisizione privata dei terreni e il potere del denaro collegato ad interessi, del fatto che dopo la fine dell’assolutismo feudale non fosse nata nessuna società  libera da padroni. La rendita fondiaria privata Proudhon l’aveva condannata come una rapina e l’interesse del denaro come un’usura tumorale. Questi modi di introito da sfruttamento condussero alla nascita della grossa borghesia come nuova clesse dominante, che potè rendere sia lo stato che la chiesa strumenti del proprio dominio sulla piccola borghesia e sui lavoratori. Il modello economico alternativo di Gesell è imparentato anche con il socialismo libertario, ugualmente ispirato a Proudhon, del filosofo della cultura Gustav Landauer (1870 – 1919), che a sua volta influenzò fortemente Martin Buber (1878 – 1965). Parallelismi intellettuali si possono fare anche con il socialismo liberale del medico e sociologo Franz Oppenheimer (1861 – 1943) e con la triplice suddivisione sociale del fondatore dell’antroposofia, Rudolf Steiner (1861 – 1925).

 

Prime organizzazioni in Germania e Svizzera

durante la prima Guerra Mondiale

 

    Il primo collaboratore di Gesell Georg Blumenthal (1879 – 1929) collegò la riforma del diritto fondiario e del denaro all’idea di un “ordine naturale” della società, con la quale Francois Quesnay (1694 – 1774) e altri fisiocrati al tempo dell’illuminismo francese si erano opposti all’assolutismo feudale. Nel 1909 fondò l’Associazione Fisiocratica come prima organizzazione di seguaci di Gesell, che provenivano a Berlino ed Amburgo dalle fila dei riformatori sociali, degli anarchici individuali e dai sindacalisti. Quando la rivista “Il Fisiocrate” durante la prima Guerra Mondiale cadde vittima della censura, Gesell si trasferì in Svizzera, dove trovò seguaci nella cerchia dei riformatori agrari locali, dei pedagoghi riformisti e dei riformatori di vita. Essi si unirono nella “Lega svizzera Paese libero-Denaro libero”. In due conferenze “Oro e pace?” e “Paese libeo, la ferrea richiesta della pace” Gesell mise in evidenza il significato delle sue proposte di riforma come strada per la giustizia sociale e la pace tra i popoli.

 

Tra le due Guerre Mondiali

 

    Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale e della tedesca Rivoluzione di Novembre, il collegamento di Gesell con Landauer condusse ad una sua breve collaborazione come delegato popolare per le finanze nel primo governo consigliare bavarese. Dopo la caduta del quale, venne inizialmente accusato di alto tradimento, ma poi di nuovo assolto. In seguito si trasferì nelle vicinanze di Berlino, dove osservò lo sviluppo della repubblica di Weimar e la commentò in numerosi opuscoli ed articoli. Con un’imposta scaglionata sul patrimonio fino al 75%, Gesell voleva coinvolgere nell’ammortizzazione delle conseguenze della guerra  il latifondo e il grande capitale e contemporaneamente avviare con la sua riforma fondiaria e del denaro una formazione di capitale interno, che dovrebbe mettere la Germania nella condizione di soddisfare le richieste di riparazione delle potenze vincitrici. Infaticabilmente Gesell protestò contro il fatto che i governi che si succedevano rapidamente invece di far ciò derubassero gli strati medi e bassi della popolazione attraverso una grande inflazione ancor piu’ a favore dei benestanti, che rimandassero il pagamento delle riparazioni, che rendessero la Germania dipendente dall’afflusso di capitale straniero e che sostituissero lo stabile Rentenmark con la valuta aurea pregna di crisi.

    Ben presto Gesell prese le distanze dalle ideologie razziste e antisemite. Sebbene fosse fortemente influenzato dall’insegnamento evoluzionistico di Darwin, si opponeva al pensiero socialdarwinistico. Andando contro ad un Nazionalismo eccessivo, si impegnò a favore di una intesa con i vicini occidentali ed orientali della Germania. La politica espansionistica degli stati nazionali dovrebbe essere sostituita da una federazione europea di stati libera dal potere. Oltre a ciò Gesell sviluppò anche degli accenni per un ordine di valuta mondiale postcapitalistico. Egli si ingaggiò per un mercato mondiale aperto senza monopolio capitalistico, senza confini di dogana, senza protezionismo commerciale nazionale e senza conquiste coloniali. A differenza delle future istiuzioni IWF e Banca Mondiale, che all’interno delle vigenti strutture di ingiustizia rappresentano gli interessi dei potenti, e verso l’integrazione europea delle valute, Gesell volle istituire l’”Associazione della Valuta Internazionale”, che offre una moneta mondiale che sta al di sopra di tutte le valute nazionali, gestita in modo che si arrivi ad un equilibrio dei liberi rapporti commerciali mondiali.

    La grande inflazione del primo dopoguerra favorì un rapido aumento nel numero dei seguaci di Gesell fino a raggiungere presumibilmente le 15000 persone. Essi si divisero però nel 1924 nella Lega della Libera Economia, liberale e moderata, e nella Lega della Lotta Fisiocratica, radicale e anarchico-individualista. A questa divisione contribuì una dura controversia che si era accesa sulle idee futuribili di Gesell riguardo ad una “soppressione dello stato”. Lotte di fazione interne indebolirono la cerchia dei seguaci. Poiché non le riuscì di diventare un movimento di massa, intraprese durante tutta l’epoca di Weimar diversi tentativi di avvicinamento alla socialdemocrazia e al movimento sindacale, così come ai movimenti di pace, giovanili e femminili di allora. Durante la grande crisi economica mondiale, la Lega della Libera Economia indirizzò scritti ufficiali a tutti i partiti rappresentati nel Parlamento tedesco, nei quali metteva in guardia dalle conseguenze catastrofiche della politica deflazionistica del tempo e diffondeva proposte per il superamento della crisi. Questi scritti ufficiali rimasero non ebbero risonanza. Quando degli esperimenti pratici della Lega di Lotta Fisiocratica con il libero denaro suscitarono il pubblico scalpore, vennero proibiti nel 1931 dal ministero delle finanze tedesco in seguito all’ordinanza di emergenza di Bruening. Nelle elezioni parlamentari del 1932, il partito dell’Economia Libera non ebbe successo. Dopo la presa del potere da parte del Nazionalsocialismo, una parte dei seguaci di Gesell assunse un ruolo oppositore e dovette subire perciò delle persecuzioni. Un’altra parte spostò alla fine la propria visuale verso il vero carattere dell’ideologia nazionalsocialista e si affidò all’illusoria speranza che Hitler e Gottfried Feder potessero tendere forse seriamente ad una “cessazione della servitu’ dell’interesse”. Ne conseguì il tentativo di cambiare dal punto di vista della politica economica  la NSDAP dall’interno attraverso un’influenza su alti funzionari. Nonostante i preoccupanti adattamenti tattici al regime, le organizzazioni della Libera Economia e i loro strumenti mediatici vennero proibiti nella primavera del 1934, oppure si sciolsero spontaneamente. Alla loro iniziale sottovalutazione del regime totalitario potrebbero aver contribuito non solo i dolorosi rifiuti avuti dai partiti di Weimar, ma soprattutto anche la non chiarezza a riguardo di un percorso adatto alla realizzazione  della riforma agraria e monetaria. In Austria (fino al 1938) e in Svizzera continuarono ad esistere delle Leghe della Libera Economia. Dell’opera principale di Gesell furono pubblicate anche traduzioni inglesi, francesi e spagnole. Opuscoli divulgativi apparvero inoltre in lingua olandese, portoghese, ceca, rumena e serbocroata, così come in esperanto. Similmente ci furono gruppi minori in Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio, in Cecoslovacchia, Rumenia e Jugoslavia. In America del Nord e del Sud, in Australia e Nuova Zelanda tali fondazioni arrivarono da emigranti tedeschi.

 

Dopo il 1945: nuovo inizio, caduta in oblio

e rinascita  dalla fine degli anni 1970

 

    In tutte le zone di occupazione della Germania di allora si giunse alla nuova fondazione di organizzazioni di libera economia. Nella zona di occupazione sovietica vennero sciolte nel 1948; i potenti locali considerarono Gesell o come un “apologeta della borghesia del monopolio”, oppure, come l’oppositore di Marx Proudhon, come un “socialista piccolo borghese”, i cui obiettivi erano inconciliabili con il”socialismo scientifico”. Nella Germania Occidentale, la maggior parte dei seguaci di Gesell ancora rimasti, si decise per un proprio impegno politico e partitico, in seguito alle sue esperienze con i partiti di Weimer.  Essa formò un Partito della Libertà Radicalsociale, che nel 1949 durante le elezioni per la Camera tedesca ricevette appena l’1% dei voti. In seguito cambiò il nome in Unione della Libertà Sociale e ottenne in ulteriori elezioni ancora solo risultati di voto minimi. Come luogo di convegni continuò ad esistere però una “Casa Silvio Gesell” a Wuppertal e a Neviges.

    Il miracolo economico della Germania Occidentale arrestò durante gli anni ‘50 e ‘60 l’interesse pubblico per le alternative al sistema politico economico, sebbene autorevoli economisti nazionali come Irving Fisher e John Maynard Keynes avessero riconosciuto il significato di Silvio Gesell. Solo dalla fine degli anni ’70 la disoccupazione di massa, la distruzione dell’ambiente e la crisi debitoria internazionale condussero ad una rinascita dell’interesse al quasi dimenticato modello di Gesell di un’economia alternativa. In questo modo fu anche possibile un ricambio generazionale all’interno della cerchia dei sostenitori.

    Nell’Archivio economico svizzero a Basilea c’è una biblioteca della Libera Economia svizzera. In Germania la Fondazione per la riforma dell’ordine fondiario e monetario è iniziata nel 1988 con la creazione di una biblioteca della libera economia. Come base per una ricerca scientifica sulle teorie di Silvio Gesell ha pubblicato dal 1988 al 1997 un’opera omnia in 18 volumi delle sue opere. Inoltre dispone di una collana di quaderni dal titolo “ Studi sull’ordine economico naturale”, che cominciò con un panorama sui cento anni di storia del movimento per l’ordine economico naturale e con un scelta delle opere dell’allievo piu’ significativo di Gesell, Karl Walker. La fondazione promuove anche la pubblicazione di altre opere sulla questione del diritto fondiario e dell’ordine monetario, e pubblica assieme alla Società di Scienze sociali una “Rivista di economia sociale”. Inoltre ha istituito dal 1988 al 1995 un “Premio Karl Walker” per lavori scientifici sulla possibilità dei mercati finanziari di rendersi autonomi nei confronti dell’economia reale, così come sulle strade per superare la disoccupazione. Il seminario  sull’ordine libertario pubblica la collana di scritti “Domande sulla libertà”. Inoltre c’è una iniziativa per l’ordine economico naturale, che provvede insieme ad organizzazioni amiche in Svizzera ed Austria ad una divulgazione del pensiero di Gesell. Una “Unione cristiana per un giusto ordine economico” collega il concetto base della riforma fondiaria e monetaria alla critica ebraico-cristiana-mussulmana alla speculazione fondiaria e alla richiesta di interessi. Margrit Kennedy, Helmut Creutz ed altri autori/trici lavorano ad una attualizzazione dei concetti base di Gesell. Si tratta tra l’altro della questione del rapporto tra la crescita esponenziale del patrimonio monetario e dei debiti e la crescita dell’economia reale che distrugge l’ambiente, del superamento della crescita coatta e del collegamento della riforma fondiaria e moneteria  con un sistema tributario ecologico. Un bilancio parziale dell’attuale stato di sviluppo della teoria, lo dà il libro “Denaro giusto - mondo giusto”. Contiene i contributi del convegno organizzato nel 1991 a Costanza “100 anni di idee per un ordine economico naturale- Vie di uscita dalla crescita coatta e dalla catastrofe per debiti”.

    La caduta del socialismo statale nell’Europa Centrale e dell’Est portò ad un temporaneo trionfo del capitalismo occidentale nella gara dei sistemi. Fintanto però che continuano ad esistere  i contrasti tra povertà e ricchezza e come conseguenza a ciò crisi e guerre, finchè l’ambiente viene distrutto da una crescita economica esponenziale e finchè il Nord industrializzato saccheggia indiscriminatamente il Sud, rimane necessario cercare delle alternative ai sistemi economici tradizionali. In questa direzione potrebbe trovarsi una prospettiva futura anche per il modello di Silvio Gesell “Paese libero - denaro libero”.

 

Letteratura di approfondimente

 

Enrico Ghirardini: L’Utopia Monetaria di Silvio Gesell. Universita’ degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, 1996.

 

Silvio Gesell: The Natural Economic Order (translation by Philip Pye). London 1958.

(can be found completely on www.systemfehler.de)

 

John Maynard Keynes: General Theory of Employment, Interest and Money. London 1935, chap. 16, 23 and 24.

 

Lawrence Klein: The Keynesian Revolution. London 1966/1980, chapter 5, p. 124 – 152.

 

Dieter Suhr: The Capitalist Cost-Benefit Structure of Money. New York and Berlin 1989.

 

William Darity jr.: Keynes’ Political Philosophy: The Gesell Connection, in: Eastern Economic Journal Vol. 21, No. 1, Winter 1995, p. 27 – 41.

 

Mario Seccareccia: Early Twentieth-Century Heterodox Monetary Thought and the Law of Entropy, in: A. Cohen, H. Hagemann and J. Smithin, Money, Financial Institutions and Macroeconomics. Boston: Kluwer Academic Publishers, 1997.

 

Silvio Gesell :   L’Ordre économique naturel (trad. Par Felix Swinné), Paris-Bern-Bruxelles 1949.

 

Michel Herland:  L’Utopie monétaire de Silvio Gesell  -  Un Cas d’Hétérodoxie entre Wicksell et Keynes, en : Richard Arena et Dominique Torre : Keynes et les nouveaux Keynésiens. Paris 1992, p. 59 – 80.      

 

Jérome Blance : Les Monnais Parallèles  -  Unité et diversité du fait monétaire. Paris 2000.