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Economia di mercato senza capitalismo
Un panorama sui concetti fondamentali, l’origine storica dell’idea e lo stadio di sviluppo attuale, sulle organizzazioni e sulla letteratura specializzata
Werner Onken - Traduzione dal tedesco a cura della Dott.ssa Cristina Melloni
Il denaro: da dominatore del mercato…
Nel 1891 il commerciante
tedesco-argentino Silvio Gesell ( nato nel 1862 a St. Vith bei Eupen/Malmedy e
morto nel 1930 nell’insediamento abitativo consorziato alla riforma agraria
Eden-Oranienburg) pubblicò a Buenos Aires il suo primo opuscolo “La riforma del
sistema monetario come ponte verso lo stato sociale”. Esso fu la base di un opera piu’ ampia sull’indagine delle cause
della questione sociale e sulle strade per risolverla. Le esperienze pratiche, che Gesell aveva
raccolto durante una crisi economica nell’Argentina di allora, lo condussero ad
una visione che contraddiceva il marxismo: lo sfruttamento del lavoro umano
avrebbe le sue radici non nella proprietà privata dei mezzi di produzione,
bensì in errori strutturali del sistema monetario. Come già l’antico filosofo Aristotele, egli riconobbe il doppio
ruolo contraddittorio del denaro, come mezzo di scambio al servizio del mercato
e come strumento di potere che contemporaneamente domina il mercato.
Per Gesell la questione
principale è la seguente: come si può superare la caratteristica del denaro
come strumento di potere che pratica l’usura, senza al contempo eliminarlo come
neutro mezzo di scambio? Egli riconduceva a due cause il potere del denaro sul
mercato: anzitutto il denaro tradizionale come mezzo di domanda è, diversamente dalla forza lavoro umana o dai
beni e servizi, tesaurizzabile da parte dell’offerta dell’economia – senza danni
rilevanti per il proprietario può essere temporaneamente tolto dal mercato per
ragioni speculative. In secondo luogo il denaro ha il vantaggio di essere molto
piu’ mobile delle merci e delle prestazioni di servizi; come il jolly nel gioco
delle carte lo si può utilizzare in ogni luogo e in ogni momento. Entrambe
queste caratteristiche danno al denaro –soprattutto ai possessori di grandi
cifre- un particolare privilegio: essi possono interrompere il circolo di
acquisti e vendite, risparmi e investimenti, oppure esigere da produttori e
consumatori un interesse come
particolare premio per il fatto che rinunciano all’immobilizzazione speculativa
del denaro in banche o in investimenti finanziari improvvisi e continuano a
immettere denaro nel circolo economico reale.
Il potere strutturale del
denaro non risiede solamente sulla sua effettiva tesaurizzazione, perché
basta già la possibilità di interruzione della circolazione per legare
il metabolismo economico nell’organismo sociale alla condizione che il denaro
in primo luogo venga remunerato con un interesse. La redditività riceve la
precedenza sulla economicità, la produzione viene orientata piu’ verso gli
interessi del denaro che le esienze delle persone. Tassi d’interesse
stabilmente positivi disturbano l’alternanza di guadagni e perdite necessaria
ad una autoregolazione decentralizzata del mercato. Secondo Gesell essi
conducono ad una malattia dell’organismo sociale con una sintomatica molto
complessa: il denaro legato ad interessi e perciò non neutro provoca una
ripartizione del reddito ingiusta e non collegata alla capacità produttiva, che
a sua volta conduce ad una concentrazione di capitale monetario e reale, e con
ciò ad una monopolizzazione dell’economia. Dato che i possessori di denaro sono
padroni della mobilità o immobilità del denaro, il denaro non può circolare ‘da
solo’ attraverso l’organismo sociale, così come il sangue nel corpo umano.
Perciò un controllo sociale della circolazione del denaro e una giusta dosatura
del denaro non sono possibili; le variazioni deflazionistiche e inflazionistiche
del livello generale dei prezzi sono inevitabili. E se grandi somme di denaro
vengono immobilizzate nel saliscendi delle congiunture a causa di un temporaneo
livello di interesse in discesa finchè non migliora il panorama degli
investimenti redditizi, ne conseguono ristagno delle vendite e disoccupazione.
… a servitore neutro del mercato
Come strada per togliere il
potere al denaro, Gesell non pensò ad un ritorno al divieto canonico di
interesse della scolastica medievale o
addirittura all’eliminazione dei cosiddetti ‘usurai ebrei’. Piuttosto immaginò
un cambiamento istituzionale della moneta, in modo che tenere in cassa il
denaro sia collegato a dei costi, che neutralizzerebbero i vantaggi della
tesaurizzazione e liquidità. Non appena viene applicata al denaro una tassa per
tenerlo in cassa – paragonabile al
plateatico per vagoni merci nel sistema
dei trasporti-, perde il suo potere sul mercato per riempire allora solo la sua
funzione servente come mezzo di scambio. Non appena la sua circolazione non
viene piu’ disturbata da manovre speculative, diventa possibile adeguare la
quantità del denaro in circolazione continuamente al volume dei beni, così che
il potere d’acquisto della valuta diventa nel tempo stabile, esattamente come
la sua quantità e il suo peso.
Nei suoi primi scritti
Gesell parlò espressamente di “banconote che si arrugginiscono” come mezzo per
una “organica riforma del denaro”. Attraverso di essa il denaro, che fino ad
allora era un ”corpo morto estraneo” sia nell’organismo sociale che nell’intera
natura, verrebbe integrato nell’eterno morire e divenire di ogni vita;
diventerebbe ugualmente deperibile e perderebbe la sua caratteristica di
moltiplicarsi all’infinito attraverso l’interesse e l’interesse dell’interesse.
Una tale riforma del denaro sarebbe una completa terapia di regolazione, che
scioglie i blocchi nel flusso del denaro e da all’organismo sociale malato un
aiuto per una progressiva autoguarigione dai diversi sintomi di crisi
congiunturale e strutturale, così che egli possa stabilizzarsi nel suo
equilibrio e inserirsi nell’armonico ordine generale.
Nella sua opera principale
pubblicata nel 1916 a Berlino e Berna “L’ordine economico naturale attraverso
un paese libero e un denaro libero”, Gesell spiegò esaurientemente come in una
circolazione del denaro libera
da disturbi l’offerta e la domanda di capitale si equilibrano, così che il
livello degli interessi può scendere sotto la sua attuale soglia minima di un
reale tre percento. L’”interesse premevo”, il tributo del lavoratore al potere
del denaro, sparisce dall’interesse, che ora consiste solo nel premio di
rischio e nella tassa per l’intermediazione bancaria. Le variazioni dei tassi
d’interesse del mercato attorno a questo nuovo interesse in equilibrio procurano
una direzione decentralizzata dei risparmi in investimenti adeguati al
fabbisogno. Si annullano però a vicenda. Il “denaro libero”, in quanto moneta
liberata dall’”interesse primevo”, diventa neutro nella distribuzione e non può nemmeno piu’ esercitare un
influenza che va contro gli interessi dei richiedenti ed offerenti nel modo e
nell’estensione della produzione. Il pieno profitto del lavoro metterebbe,
secondo le aspettative di Gesell, vasti strati di popolazione in condizione di
cessare rapporti occupazionali come lavoratori dipendenti e di rendersi
autonomi in forme di impresa privata e cooperativistica.
Il terreno: fondamento di vita fiduciario invece che merce
commerciale e oggetto di speculazione
Attorno alla fine del
diciannovesimo e l’inizio del ventesimo secolo Gesell ampliò il suo concetto di
riforma del denaro con l’esigenza di una riforma del diritto fondiario. Lo stimolo in questa direzione lo ricevette
dalla lettura delle opere del riformatore agrario nordamericano Henry Gorge (1839-1897),
il cui pensiero venne diffuso in Germania da Michael Fluerscheim ( 1844-1912) e
da Adolf Damaschke (1865-1935).
Al contrario
dell’aspirazione di Damaschke di tassare, continuando ad esistere la proprietà
terriera, unicamente l’incremento di
valore a favore della collettività,
Gesell seguì la proposta di Fluerscheim di trasferire il terreno nelle
mani dello stato contro un indennizzo dei proprietari fino ad allora privati e
di darlo in affitto per un utilizzo privato al maggior offerente. Finchè il
terreno sarebbe rimasto una merce privata e un oggetto di speculazione,
verrebbe disturbato il collegamento organico degli uomini con la terra.
Diversamente dalle ideologie nazionalistiche, non si trattava per Gesell di un
collegamento di sangue e territorio.
In quanto cittadino del
mondo, egli considerava l’intera terra come un organo di ogni singolo uomo.
Ogni essere umano dovrebbe potersi spostare liberamente sulla terra e risiedere
dappertutto indipendentemente dalla sua origine, dal suo colore di pelle e
dalla sua religione. Similmente come le superfici di terreno, anche le
ricchezze del sottosuolo dovrebbero diventare proprietà comunitaria. Una
istituzione internazionale preposta alla loro gestione dovrebbe amministrare le
ricchezze del sottosuolo come proprietà dell’umanità ed esercitare dei diritti
dietro pagamento per il loro utilizzo.
Equiparazione economica di donne e uomini
Inizialmente Gesell, come altri riformatori terrieri,
pensava che lo stato attraverso gli introiti provenienti dall’affitto del
terreno sarebbe stato messo nella condizione di finanziare i propri incarichi,
senza per questo aumentare ancora altre tasse (Single- Tax). E però la domanda
a chi spettino veramente gli introiti degli affitti secondo un principio di
causalità, lo condusse alla riflessione che l’ammontare degli introiti dipenda
dalla densità della popolazione, in ultima analisi dunque dalla disponibilità
delle donne a mettere al mondo ed
allevare bambini. Perciò Gesell voleva pagare in mensilità alle madri gli
introiti degli affitti, come compenso per le prestazioni di educazione proporzionalmente al numero di figli
minorenni –anche a madri di figli illegittimi e alle straniere che vivano in
Germania. Tutte le madri dovrebbero essere liberate dalla dipendenza
economica dai padri lavoratori. Il rapporto tra i sessi dovrebbe fondarsi in
questo modo sulla base di un amore libero da influenze di potere. In una
conferenza “L’ascesa dell’Occidente”, Gesell dava voce alla sua speranza che
l’umanità resa malata fisicamente, spiritualmente e intellettualmente dal
capitalismo potesse progressivamente risanare in un ordine di concorrenza
naturale, libero da privilegi e monopoli, e potesse ascendere ad una nuova
fioritura culturale.
Altri precursori di un’economia di mercato senza capitalismo
La teoria “Paese
libero-denaro libero” era una reazione sia al principio del “Laissez faire” del
liberalismo classico, che anche alle idee di economia pianificata del Marxismo.
Essa non è una terza via tra capitalismo e comunismo nel senso della
futura teoria della “convergenza” o della così chiamata “mixed economies”, cioè
di un’economia di mercato capitalistica totalmente direzionata dallo stato,
bensì un’alternativa al di là dei sistemi economici fino ad allora
attuati. Dal punto di vista dell’ordine politico si caratterizza come
un’”economia di mercato senza capitalismo”.
Con ciò Gesell ha ampliato le riflessioni del riformatore sociale
francese Pierre Joseph Proudhon (1809 - 1865), che già alla metà del
diciannovesimo secolo aveva reso responsabili l’acquisizione privata dei
terreni e il potere del denaro collegato ad interessi, del fatto che dopo la
fine dell’assolutismo feudale non fosse nata nessuna società libera da padroni. La rendita fondiaria
privata Proudhon l’aveva condannata come una rapina e l’interesse del denaro
come un’usura tumorale. Questi modi di introito da sfruttamento condussero alla
nascita della grossa borghesia come nuova clesse dominante, che potè rendere
sia lo stato che la chiesa strumenti del proprio dominio sulla piccola
borghesia e sui lavoratori. Il modello economico alternativo di Gesell è
imparentato anche con il socialismo libertario, ugualmente ispirato a Proudhon,
del filosofo della cultura Gustav Landauer (1870 – 1919), che a sua volta
influenzò fortemente Martin Buber (1878 – 1965). Parallelismi intellettuali si
possono fare anche con il socialismo liberale del medico e sociologo Franz
Oppenheimer (1861 – 1943) e con la triplice suddivisione sociale del fondatore
dell’antroposofia, Rudolf Steiner (1861 – 1925).
Prime organizzazioni in Germania e Svizzera
durante la prima Guerra Mondiale
Il primo collaboratore di
Gesell Georg Blumenthal (1879 – 1929) collegò la riforma del diritto fondiario
e del denaro all’idea di un “ordine naturale” della società, con la quale
Francois Quesnay (1694 – 1774) e altri fisiocrati al tempo dell’illuminismo
francese si erano opposti all’assolutismo feudale. Nel 1909 fondò
l’Associazione Fisiocratica come prima organizzazione di seguaci di Gesell, che
provenivano a Berlino ed Amburgo dalle fila dei riformatori sociali, degli
anarchici individuali e dai sindacalisti. Quando la rivista “Il Fisiocrate”
durante la prima Guerra Mondiale cadde vittima della censura, Gesell si
trasferì in Svizzera, dove trovò seguaci nella cerchia dei riformatori agrari
locali, dei pedagoghi riformisti e dei riformatori di vita. Essi si unirono
nella “Lega svizzera Paese libero-Denaro libero”. In due conferenze “Oro e
pace?” e “Paese libeo, la ferrea richiesta della pace” Gesell mise in evidenza
il significato delle sue proposte di riforma come strada per la giustizia
sociale e la pace tra i popoli.
Tra le due Guerre Mondiali
Dopo la fine della Prima
Guerra Mondiale e della tedesca Rivoluzione di Novembre, il collegamento di
Gesell con Landauer condusse ad una sua breve collaborazione come delegato
popolare per le finanze nel primo governo consigliare bavarese. Dopo la caduta
del quale, venne inizialmente accusato di alto tradimento, ma poi di nuovo
assolto. In seguito si trasferì nelle vicinanze di Berlino, dove osservò lo
sviluppo della repubblica di Weimar e la commentò in numerosi opuscoli ed
articoli. Con un’imposta scaglionata sul patrimonio fino al 75%, Gesell voleva
coinvolgere nell’ammortizzazione delle conseguenze della guerra il latifondo e il grande capitale e
contemporaneamente avviare con la sua riforma fondiaria e del denaro una
formazione di capitale interno, che dovrebbe mettere la Germania nella
condizione di soddisfare le richieste di riparazione delle potenze vincitrici.
Infaticabilmente Gesell protestò contro il fatto che i governi che si
succedevano rapidamente invece di far ciò derubassero gli strati medi e bassi
della popolazione attraverso una grande inflazione ancor piu’ a favore dei
benestanti, che rimandassero il pagamento delle riparazioni, che rendessero la
Germania dipendente dall’afflusso di capitale straniero e che sostituissero lo
stabile Rentenmark con la valuta aurea pregna di crisi.
Ben presto Gesell prese le
distanze dalle ideologie razziste e antisemite. Sebbene fosse fortemente
influenzato dall’insegnamento evoluzionistico di Darwin, si opponeva al
pensiero socialdarwinistico. Andando contro ad un Nazionalismo eccessivo, si
impegnò a favore di una intesa con i vicini occidentali ed orientali della
Germania. La politica espansionistica degli stati nazionali dovrebbe essere
sostituita da una federazione europea di stati libera dal potere. Oltre a ciò
Gesell sviluppò anche degli accenni per un ordine di valuta mondiale
postcapitalistico. Egli si ingaggiò per un mercato mondiale aperto senza
monopolio capitalistico, senza confini di dogana, senza protezionismo
commerciale nazionale e senza conquiste coloniali. A differenza delle future
istiuzioni IWF e Banca Mondiale, che all’interno delle vigenti strutture di
ingiustizia rappresentano gli interessi dei potenti, e verso l’integrazione
europea delle valute, Gesell volle istituire l’”Associazione della Valuta
Internazionale”, che offre una moneta mondiale che sta al di sopra di tutte le
valute nazionali, gestita in modo che si arrivi ad un equilibrio dei liberi
rapporti commerciali mondiali.
La grande inflazione del
primo dopoguerra favorì un rapido aumento nel numero dei seguaci di Gesell fino
a raggiungere presumibilmente le 15000 persone. Essi si divisero però nel 1924
nella Lega della Libera Economia, liberale e moderata, e nella Lega della Lotta
Fisiocratica, radicale e anarchico-individualista. A questa divisione contribuì
una dura controversia che si era accesa sulle idee futuribili di Gesell
riguardo ad una “soppressione dello stato”. Lotte di fazione interne
indebolirono la cerchia dei seguaci. Poiché non le riuscì di diventare un
movimento di massa, intraprese durante tutta l’epoca di Weimar diversi
tentativi di avvicinamento alla socialdemocrazia e al movimento sindacale, così
come ai movimenti di pace, giovanili e femminili di allora. Durante la grande
crisi economica mondiale, la Lega della Libera Economia indirizzò scritti
ufficiali a tutti i partiti rappresentati nel Parlamento tedesco, nei quali
metteva in guardia dalle conseguenze catastrofiche della politica
deflazionistica del tempo e diffondeva proposte per il superamento della crisi.
Questi scritti ufficiali rimasero non ebbero risonanza. Quando degli
esperimenti pratici della Lega di Lotta Fisiocratica con il libero denaro
suscitarono il pubblico scalpore, vennero proibiti nel 1931 dal ministero delle
finanze tedesco in seguito all’ordinanza di emergenza di Bruening. Nelle
elezioni parlamentari del 1932, il partito dell’Economia Libera non ebbe
successo. Dopo la presa del potere da parte del Nazionalsocialismo, una parte
dei seguaci di Gesell assunse un ruolo oppositore e dovette subire perciò delle
persecuzioni. Un’altra parte spostò alla fine la propria visuale verso il vero
carattere dell’ideologia nazionalsocialista e si affidò all’illusoria speranza
che Hitler e Gottfried Feder potessero tendere forse seriamente ad una
“cessazione della servitu’ dell’interesse”. Ne conseguì il tentativo di
cambiare dal punto di vista della politica economica la NSDAP dall’interno attraverso un’influenza su alti funzionari.
Nonostante i preoccupanti adattamenti tattici al regime, le organizzazioni
della Libera Economia e i loro strumenti mediatici vennero proibiti nella
primavera del 1934, oppure si sciolsero spontaneamente. Alla loro iniziale
sottovalutazione del regime totalitario potrebbero aver contribuito non solo i
dolorosi rifiuti avuti dai partiti di Weimar, ma soprattutto anche la non
chiarezza a riguardo di un percorso adatto alla realizzazione della riforma agraria e monetaria. In
Austria (fino al 1938) e in Svizzera continuarono ad esistere delle Leghe della
Libera Economia. Dell’opera principale di Gesell furono pubblicate anche traduzioni
inglesi, francesi e spagnole. Opuscoli divulgativi apparvero inoltre in lingua
olandese, portoghese, ceca, rumena e serbocroata, così come in esperanto.
Similmente ci furono gruppi minori in Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio, in
Cecoslovacchia, Rumenia e Jugoslavia. In America del Nord e del Sud, in
Australia e Nuova Zelanda tali fondazioni arrivarono da emigranti tedeschi.
Dopo il 1945: nuovo inizio, caduta in oblio
e rinascita dalla fine degli anni 1970
In tutte le zone di
occupazione della Germania di allora si giunse alla nuova fondazione di
organizzazioni di libera economia. Nella zona di occupazione sovietica vennero
sciolte nel 1948; i potenti locali considerarono Gesell o come un “apologeta
della borghesia del monopolio”, oppure, come l’oppositore di Marx Proudhon,
come un “socialista piccolo borghese”, i cui obiettivi erano inconciliabili con
il”socialismo scientifico”. Nella Germania Occidentale, la maggior parte dei
seguaci di Gesell ancora rimasti, si decise per un proprio impegno politico e
partitico, in seguito alle sue esperienze con i partiti di Weimer. Essa formò un Partito della Libertà
Radicalsociale, che nel 1949 durante le elezioni per la Camera tedesca
ricevette appena l’1% dei voti. In seguito cambiò il nome in Unione della
Libertà Sociale e ottenne in ulteriori elezioni ancora solo risultati di voto
minimi. Come luogo di convegni continuò ad esistere però una “Casa Silvio
Gesell” a Wuppertal e a Neviges.
Il miracolo economico della
Germania Occidentale arrestò durante gli anni ‘50 e ‘60 l’interesse pubblico
per le alternative al sistema politico economico, sebbene autorevoli economisti
nazionali come Irving Fisher e John Maynard Keynes avessero riconosciuto il
significato di Silvio Gesell. Solo dalla fine degli anni ’70 la disoccupazione
di massa, la distruzione dell’ambiente e la crisi debitoria internazionale
condussero ad una rinascita dell’interesse al quasi dimenticato modello di
Gesell di un’economia alternativa. In questo modo fu anche possibile un
ricambio generazionale all’interno della cerchia dei sostenitori.
Nell’Archivio economico
svizzero a Basilea c’è una biblioteca della Libera Economia svizzera. In
Germania la Fondazione per la riforma dell’ordine fondiario e monetario è
iniziata nel 1988 con la creazione di una biblioteca della libera economia.
Come base per una ricerca scientifica sulle teorie di Silvio Gesell ha
pubblicato dal 1988 al 1997 un’opera omnia in 18 volumi delle sue opere.
Inoltre dispone di una collana di quaderni dal titolo “ Studi sull’ordine
economico naturale”, che cominciò con un panorama sui cento anni di storia del
movimento per l’ordine economico naturale e con un scelta delle opere
dell’allievo piu’ significativo di Gesell, Karl Walker. La fondazione promuove
anche la pubblicazione di altre opere sulla questione del diritto fondiario e
dell’ordine monetario, e pubblica assieme alla Società di Scienze sociali una
“Rivista di economia sociale”. Inoltre ha istituito dal 1988 al 1995 un “Premio
Karl Walker” per lavori scientifici sulla possibilità dei mercati finanziari di
rendersi autonomi nei confronti dell’economia reale, così come sulle strade per
superare la disoccupazione. Il seminario
sull’ordine libertario pubblica la collana di scritti “Domande sulla
libertà”. Inoltre c’è una iniziativa per l’ordine economico naturale, che
provvede insieme ad organizzazioni amiche in Svizzera ed Austria ad una
divulgazione del pensiero di Gesell. Una “Unione cristiana per un giusto ordine
economico” collega il concetto base della riforma fondiaria e monetaria alla
critica ebraico-cristiana-mussulmana alla speculazione fondiaria e alla
richiesta di interessi. Margrit Kennedy, Helmut Creutz ed altri autori/trici
lavorano ad una attualizzazione dei concetti base di Gesell. Si tratta tra
l’altro della questione del rapporto tra la crescita esponenziale del
patrimonio monetario e dei debiti e la crescita dell’economia reale che
distrugge l’ambiente, del superamento della crescita coatta e del collegamento
della riforma fondiaria e moneteria con
un sistema tributario ecologico. Un bilancio parziale dell’attuale stato di
sviluppo della teoria, lo dà il libro “Denaro giusto - mondo giusto”. Contiene
i contributi del convegno organizzato nel 1991 a Costanza “100 anni di idee per
un ordine economico naturale- Vie di uscita dalla crescita coatta e dalla
catastrofe per debiti”.
La caduta del socialismo
statale nell’Europa Centrale e dell’Est portò ad un temporaneo trionfo del
capitalismo occidentale nella gara dei sistemi. Fintanto però che continuano ad
esistere i contrasti tra povertà e
ricchezza e come conseguenza a ciò crisi e guerre, finchè l’ambiente viene
distrutto da una crescita economica esponenziale e finchè il Nord
industrializzato saccheggia indiscriminatamente il Sud, rimane necessario
cercare delle alternative ai sistemi economici tradizionali. In questa
direzione potrebbe trovarsi una prospettiva futura anche per il modello di
Silvio Gesell “Paese libero - denaro libero”.
Letteratura di approfondimente
Enrico Ghirardini: L’Utopia Monetaria di Silvio
Gesell. Universita’ degli Studi di Venezia Ca’ Foscari, 1996.
Silvio
Gesell: The Natural Economic Order (translation by Philip Pye). London 1958.
(can be
found completely on www.systemfehler.de)
John
Maynard Keynes: General Theory of Employment, Interest and Money. London 1935,
chap. 16, 23 and 24.
Lawrence
Klein: The Keynesian Revolution. London 1966/1980, chapter 5, p. 124 – 152.
Dieter
Suhr: The Capitalist Cost-Benefit Structure of Money. New York and Berlin 1989.
William
Darity jr.: Keynes’ Political Philosophy: The Gesell Connection, in: Eastern
Economic Journal Vol. 21, No. 1, Winter 1995, p. 27 – 41.
Mario
Seccareccia: Early Twentieth-Century Heterodox Monetary Thought and the Law of
Entropy, in: A. Cohen, H. Hagemann and J. Smithin, Money, Financial
Institutions and Macroeconomics. Boston: Kluwer Academic Publishers, 1997.
Silvio Gesell : L’Ordre économique naturel (trad. Par Felix
Swinné), Paris-Bern-Bruxelles 1949.
Michel Herland: L’Utopie monétaire de Silvio Gesell - Un
Cas d’Hétérodoxie entre Wicksell et Keynes, en : Richard Arena et
Dominique Torre : Keynes et les nouveaux Keynésiens. Paris 1992, p. 59 –
80.
Jérome Blance : Les
Monnais Parallèles - Unité et diversité du fait monétaire. Paris
2000.